Dott.ssa Sara Righi
Psicologa, area Neuropsicologica

Servizio di Riabilitazione Domiciliare
Alto Reno Terme e Zone Limitrofe
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A chi si rivolge?
- Ad adulti sani che si devono prendere cura di un familiare con grave cerebrolesione o con demenza.
- A pazienti che, in seguito alla lesione (ictus, trauma cranico, ..), faticano a riprendere in mano la loro vita con serenità e fiducia nel futuro.
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Perché cominciare tale percorso?
Per migliorare la qualità della propria vita e imparare strategie cognitive per far fronte alle difficoltà; per superare un momento di ansia o depressione e riprendere il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
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"Prendersi cura"
Il supporto del familiare
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Negli ultimi decenni, gli sviluppi continui nelle terapie di intervento dopo gravi lesioni cerebrali e i progressi nelle terapie delle malattie neurologiche, hanno favorito un aumento del numero di persone che sopravvivono a gravi cerebrolesioni. Dall'altra parte, il progresso medico ha determinato un progressivo invecchiamento della società e, di conseguenza, l'aumento di patologie come la demenza.
Sono tantissime le famiglie che vengono a contatto con la difficoltà dell'assistenza continuativa, laddove un proprio congiunto si ritrovi al centro di una sequela di amorevoli doveri necessari alla sopravvivenza.
Sono situazioni taciute, ma di certo non rare.
Si tratta di persone non di rado stanche, frustrate, ma coraggiose e tenaci, intenzionate a rendere la vita dei propri amati la più dignitosa possibile; le loro condizioni psicologiche però non vengono considerate abbastanza, prima di tutto da loro stessi.
E’ previsto un intervento di sostegno alla famiglia ed in particolare al caregiver, per migliorare la qualità della cura e della gestione della persona colpita da danno neurologico, attraverso la riduzione del malessere che il caregiver vive nell’assistenza quotidiana e lo sviluppo di un maggiore senso di competenza ed autoefficacia.
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"Nuove sfide"
I cambiamenti emotivi e affettivi del paziente con lesione
Disturbi emotivi e comportamentali "di eccesso": impulsività, labilità emotiva o aumentata reattività emotiva, scarsa tolleranza alle richieste e alle frustrazioni, facile irritabilità, perdita del controllo e episodi di collera, comportamento immaturo, linguaggio volgare, comportamento sessuale promiscuo, iperattività motoria.
Disturbi emotivi e comportamentali "di difetto": riduzione o appiattimento emotivo, apatia, indifferenza, svogliatezza, perdita di iniziativa, perdita di interesse sessuale, eloquio spontaneo molto ridotto o assente, ridotta espressione emotiva.
Disturbi emotivi e comportamentali non direttamente conseguenti alla lesione ma legati alla nuova condizione del paziente e alle sfide quotidiane: quando il paziente è consapevole della propria disabilità, le difficoltà cognitive e motorie possono indurre intense reazioni emotive (ansia, depressione, isolamento sociale..) e possono determinare un calo o una totale incapacità dell'efficienza lavorativa, del rendimento scolastico e delle diverse attività quotidiane.
